Duane Michals - MEF,
Via Francesco Cigna, 114 - Torino
(Foto: Heisenberg's Magic Mirror of Uncertainity, Duane Michals, 1998)
Mostra in corso dal 4 maggio al 29 luglio 2018
La mostra espone fino a fine luglio 160 scatti di Duane Michals, fotografo contemporaneo statunitense famoso per l'aspetto innovativo delle sue opere; l'evento è stato realizzato in collaborazione con Fundacion Mapfre di Madrid ed è curato da Enrica Viganò.
"Quando guardi le mie fotografie, stai osservando i miei pensieri"
- Duane Michals
Duane Michals, esponente dell'avanguardia americana, è noto per l'uso innovativo dell'arte fotografico dovuto all'uso delle sequenze di scatti spesso accompagnate da incisi letterari cosicchè la fotografia di Michals non vuole fermare l'attimo ma ricreare un'indagine psicologica dell'autore, ritrarre - come dice il fotografo stesso - il suo pensiero. Il risultato finale si converte così in un'opera d'arte capace di narrare e suggestionare lo spettatore che viene trasportato dalle immagini nel mondo interiore dell'autore.
La mostra si divide in sezioni creando un percorso espositivo che esplora le diverse modalità espressive che Michals ha inventato nella sua pluridecennale carriera e presenta le diverse serie scattate su differenti argomenti negli anni.
Unione Sovietica
La mostra inizia con una selezione di ritratti realizzati durante un tour dell’ex Unione Sovietica.
Questo è un momento decisivo per il futuro artistico e professionale di Michals che, al suo
ritorno a New York, abbandona il lavoro di grafico e inizia la sua carriera di fotografo.
Maestri
Questa sezione è un omaggio ai tre pittori che hanno maggiormente influenzato la visione
artistica di Michals e il suo viaggio attraverso l’espressione creativa.
Balthus, René Magritte e Giorgio de Chirico sono riferimenti essenziali nell’universo di
Michals che, oltre ad averli incontrati e ritratti, ha trovato ispirazione e collegamenti
estetici nelle loro opere.
Empty New York
La prima importante serie di Michals è Empty New York,
ispirata all’opera del fotografo Eugène Atget. In esso è
documentata la città vuota e silenziosa di una domenica
mattina, nei cui spazi inanimati l’artista trova un ambiente
perfetto per mettere in scena le sue storie future.
Sequenze
Questa mostra dedica un ampio spazio alle sequenze, forse
la soluzione formale che ha dato più fama a Michals. Con
loro riesce a superare i limiti dell’immagine individuale,
viene ritenuta insufficiente per esprimere il mondo interiore
che vuole mostrarci: «Quando ho iniziato a fare sequenze,
non era perché pensavo fosse bello o l’ultima cosa da fare.
L’ho fatto per superare la frustrazione del fermo immagine».
Foto-testo
La rivoluzione delle sequenze segue quella della scrittura. I testi fotografici includono frasi
che l’artista scrive a mano sulla carta fotografica e che costituiscono un complemento di
ciò che non è visto nell’immagine ma che deve essere raccontato e condiviso, un elemento
fondamentale per la comprensione totale dell’opera. Molti dei suoi testi sono ambigui, sono
fantastici e privilegiano il doppio gioco di parole e immagini. Attraverso di loro esprime la sua
ideologia politica, la sua critica sociale, ad esempio in fotografie come Black is Ugly o The
Unfortunate Man, rivela i suoi sentimenti più intimi.
Domande senza risposta
Il capitolo dedicato a “Domande senza risposte” si concentra sulle preoccupazioni filosofiche
del fotografo, spiegate in immagini con lunghi testi manoscritti che indagano sulle questioni
fondamentali dell’esistenza.
La casa che una volta chiamavo dimora
La doppia esposizione, una tecnica usata da
Michal in numerose occasioni, diventa uno
strumento visivo di memoria nella storia delle sue
origini e della sua famiglia. Il progetto è intitolato
The House I Once Called Home e i testi che lo
accompagnano sono di una sincerità disarmante.
Come la fotografia ha perso la sua verginità
In On Contemporary Art dà fede alle sue
idee sulla deriva del mercato dell’arte
contemporanea, dove la parola del critico
innesca la citazione di opere di per sé
insignificanti.
Immagini di un mondo fluttuante
Sempre alla ricerca di nuovi modi e sensibili
alla cultura classica internazionale, Michals
inventa le fotografie sotto forma di ventagli con
la serie Photographs from a Floating World,
ispirata alla tradizione popolare giapponese di
Ukiyo-e. Queste fotografie sono precise come
haiku ed enigmatiche come la natura della vita
contemporanea.
Fotografie dipinte
Michals ha recuperato negli ultimi anni una
tecnica di pittura a olio applicata direttamente
alla fotografia. Aggiungendo certi segni ai
vecchi ferrotipi, dà nuova vita ai vecchi ritratti
comprati nei mercati di strada, che il fotografo
reinterpreta come protagonisti di un mondo
creato a sua misura.
Lavoro su commissione
Una grande parte della mostra è dedicata
all’opera su commissione di Duane Michals,
condotta sempre con grande determinazione
per avere libertà nella sua ricerca personale.
Magistrale per immortalare personalità del
mondo della cultura e dello spettacolo, i ritratti
Rigamarole, 2012
ferrotipo con olio applicato a mano
36,19 x 25,71 cm
courtesy Carnegie Museum of Art, Pittsburgh
The William T. Hillman Fund for Photography, 2013.61
Michals
Duane
LA MOSTRA
per prestigiose riviste compongono
un mosaico di personaggi che si
presentano in un modo nuovo. Queste
foto si aggiungono ad altri lavori per il
mondo della pubblicità.
Cortometraggi
La mostra si conclude con le ultime
opere dell’autore, realizzate in
formato video. Si tratta di una serie di
cortometraggi in cui le invenzioni formali
sono combinate con contenuti che
vanno dalla politica alla comunicazione
interpersonale, risolti con un’enorme
creatività. Michals ha realizzato per
ognuno di essi un poster in cui la
cornice dell’immagine è arricchita da
testi manoscritti dell’autore. Completano
questo percorso, documenti, disegni
originali o modelli di libri mai presentati
prima, così come una biografia
illustrata.
Cenni biografici su Duane Michals
Duane Michals nasce il 18 febbraio 1932 a McKeesport, Pennsylvania.
Nel 1953 si laurea presso l’Università di Denver. Dal 1956 studia alla Parsons School of Design
di New York non completando gli studi. Nel1958 durante una vacanza in Russia scopre il proprio
interesse per la fotografia.
Rientrato a New York, lavora come fotografo freelance per riviste come «Esquire»,
«Mademoiselle» e «Vogue». Parallelamente svolge la propria attività in ambito non commerciale.
Ottiene la prima mostra personale alla Underground Gallery di New York nel 1963, dove espone
tra l’altro le fotografie scattate in Russia. Da sempre interessato al mondo
dell’immaginazione esegue i ritratti degli artisti più amati come Magritte e
Balthus. Non avendo un proprio studio, fotografa le persone nel loro ambiente
quotidiano, entrando così in contrasto con il metodo di altri fotografi dell’epoca
come Richard Avedon e Irving Penn.
A metà degli anni Sessanta iniziano le sue sperimentazioni che lo porteranno
alle sovrimpressioni, doppie esposizioni, sequenze narrative, lunghe
esposizioni. A metà degli anni Settanta inizia a inserire testi manoscritti ai
margini delle proprie sequenze che si fanno col tempo sempre più elaborate.
Nel 1970 le sue opere vengono esposte al MoMA di New York e nel 1977
partecipa a Documenta 6.
Tra i lavori di natura commerciale, la commissione ufficiale da parte del
governo messicano per le riprese fotografiche dei Giochi Olimpici del 1968 a
Città del Messico e la copertina dell’album Synchoronicity dei Police nel 1983
Orari: da mercoledì a domenica dalle 11.00 alle 19.00.
Biglietti: intero € 10; ridotto € 8 over 65, insegnanti e enti convenzionati;
ridotto € 5 dai 13 ai 26 anni e gruppi (minimo 6 persone). Cumulativo € 15 MEF + MEF Outside. Gratuito fino ai 12 anni, MEF Friends, giornalisti e guide turistiche accreditati, persone con disabilità ed eventuale accompagnatore, possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Torino+Piemonte Card, tessera MACT/CACT Arte Contemporanea Ticino, Torino+Piemonte Contemporary Card. La biglietteria chiude un'ora prima.
Telefono: +39.011.0343229
E-mail: [email protected]
Sito web: MEF |