Emilio Prini - Fondazione Merz, Via limone,
24 - Torino
Mostra in corso dal 28 ottobre 2019 al 9 febbraio 2020
Finalmente alla Fondazione Merz apre al pubblico una mostra dell'artista Emio Prini, amico di Mario Merz e geniale e discusso protagonista dell'arte contemporanea italiana degli ultimi decenni.
Comunicato stampa della Mostra Emilio Prini
Fondazione Merz, in collaborazione con Archivio Emilio Prini, presenta da martedì 29 ottobre 2019 a
domenica 9 febbraio 2020 un’esposizione personale concepita dalla Fondazione Merz come omaggio
all’artista Emilio Prini (Stresa, 1943 – Roma, 2016).
La mostra è a cura di Beatrice Merz e Timotea Prini.
Un omaggio doveroso da parte della Fondazione Merz a un artista discusso, sfuggente, certamente
geniale, ironico, autentico e provocatore. La mostra è anche un’occasione per ripercorrere un legame
di amicizia e di profonda stima tra Emilio Prini e Mario Merz.
Per la prima volta un nucleo di oltre quaranta opere di Emilio Prini, dal 1966 al 2016, viene portato in
mostra per attivare una riflessione critica e storica intorno all’esperienza di uno dei più interessanti
rappresentanti dell’Arte povera.
Il percorso espositivo e l’allestimento sono stati concepiti dalle curatrici nel rispetto della filosofia
dell’artista anche grazie alla profonda conoscenza e vicinanza con l'uomo Prini, amico e padre.
“Millo: una presenza nella nostra vita, un dialogo creativo, un amico nel lavoro, nei viaggi, uno scambio
costante in un clima colmo di sensibilità che ha certamente inciso la sua storia come la nostra. Il suo
infrangere le regole ha insegnato la possibilità di cogliere il valore della contraddizione e del dubbio, un
passaggio dell’arte nella vita. Il vissuto personale, oggi, complice il tempo, si è trasformato in qualcosa
da studiare e divulgare. Per questo sono orgogliosa di poter presentare nello spazio dedicato a Mario e
Marisa il suo lavoro, un lavoro di estrema attualità pronto al confronto con le nuove generazioni e in
linea con il percorso che sta intraprendendo la Fondazione Merz, di riflessione sul proprio ruolo, non
solo come luogo di memoria e conservazione, ma anche e soprattutto come specchio di un’arte
sperimentale”, commenta Beatrice Merz, co-curatrice della mostra e presidente della Fondazione
Merz.
Oggetto di questo omaggio speciale alla figura enigmatica di Emilio Prini è la ricerca estrema che ne ha
caratterizzato la produzione, sviluppata con molteplici media tra cui la fotografia, la scrittura e il testo
sonoro e articolata in diversi macro temi: la negazione e l’annullamento dell’opera, il rapporto
spaziale vuoto-pieno, la standardizzazione dell’oggetto e della misura, la contrapposizione tra
visibile e invisibile.
La selezione in mostra include opere iconiche come Autoritratto (1968) e Perimetro misura a studio
stanza (1968), lavori scultorei sul concetto di standardizzazione dell’oggetto e ricerche sulla fotografia
come Vetrina (1974/75) o le oltre 40.000 foto di Film Tv, 5 min. (1969), oltre al più recente progetto La
Pimpa Il Vuoto (2008), costruito con immagini tratte dal celebre fumetto di Altan.
Il percorso espositivo è arricchito da un’ampia documentazione d’archivio inedita che include ritagli
fotografici, appunti e schizzi.
Le opere provengono dalla collezione della famiglia Prini, da collezionisti privati che negli anni hanno
seguito con attenzione il lavoro dell’artista e da prestiti di istituzioni pubbliche, tra cui il Kunstmuseum
Liechtenstein di Vaduz e il MASI di Lugano.
Biografia di Emilio Prini
Emilio Prini (Stresa, 1943 - Roma 2016) è stato un protagonista dell’arte povera, uno dei movimenti
artistici recenti più influenti e radicali, fortemente connesso al contesto politico e sociale della seconda
metà del XX secolo.
A partire dal 1967, anno del debutto con la mostra curata da Germano Celant Arte povera–Im Spazio
alla Galleria La Bertesca di Genova, Prini prende parte alle mostre più significative dell’epoca: Op Losse
Schroeven, Stedelijk Museum, Amsterdam (1969); When Attitudes Become Form”, Kunsthalle Bern
(1969); Conceptual Art, Arte Povera, Land Art, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino
(1970); Information, MoMA, New York (1970), Contemporanea, Villa Borghese, Roma (1973).
Dai primi
anni Ottanta, coerentemente con il suo pensiero e senza mai interrompere la ricerca, limita la sua
partecipazione a mostre e appuntamenti artistici. Tra questi si segnalano: Identité Italienne. L’art en
Italie depuis 1985, Centre Georges Pompidou, Parigi (1981), Ouverture, Castello di Rivoli Museo d’Arte
Contemporanea, Rivoli (To) (1984), Documenta X, Kassel (1997) e Zero to Infinity. Arte Povera 1962-
1972, Tate Modern Londra (2001). Una posizione trasgressiva, quella di Prini, o se vogliamo ortodossa
nei confronti della pratica artistica e dei codici del sistema dell’arte.
Orari:
da martedì a domenica dalle 11 alle 19, lunedì chiuso.
Biglietti: intero € 6,00, ridotto € 3,50 (studenti,
gruppi organizzati min. 10 persone), gratuito (bambini fino a 10 anni, maggiori
di 65 anni, disabili). Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese.
Telefono: +39.011.19719437 E-mail:
[email protected] Sito web: Fondazione
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